Molti filosofi, e in Italia Emanuele Severino, sostengono che la scienza e la tecnica siano frenate dalle religioni e dai limiti morali che queste impongono e che, se non avessero questo freno – se non ci fosse Dio, come nel caso del Cristianesimo e dell’ Islam – sarebbero libere di dispiegare tutta la loro potenza creativa. La storia dimostra che non è vero. La tecnica da sola, infatti, produce creazione, trasformazione, sviluppo ma anche uno stato di disordine intollerabile che, per reazione, scatena movimenti collettivi che ricreano istituzioni che la regolano. Lo sviluppo capitalistico del XIX secolo ha distrutto le corporazioni con le loro regole secolari, ha svuotato i villaggi, ha sradicato la gente dalle campagne attraendola in città per formare un proletariato amorfo e le bidonville. Ha sbriciolato la famiglia, devastato il sentimento religioso, prodotto alcolismo, prostituzione, violenza. Un processo di disfacimento che ha portato Marx a dire che «l’ anarchia capitalistica» non era governabile e quindi che sarebbe stato inevitabile il crollo del capitalismo. Ma il crollo non è avvenuto. Perché? Perché sono sorti dovunque movimenti collettivi, religiosi, sindacali, politici, che hanno prodotto nuovi ideali, valori, miti, creato sindacati, chiese, partiti, nazioni, prodotto interventi legislativi correttivi e limitativi. No, la tecnica non potrà mai dominare perché, se viene liberata dalle norme morali e dai valori che la indirizzano, la società si disintegra, gli uomini non sanno più che cosa è bene e che cosa è male, i desideri diventano incontrollabili, sfrenati, contradditori, dilaga l’ egoismo, la violenza, crescono la sfiducia, il pessimismo e si diffonde un oscuro disagio e il desiderio di un cambiamento radicale. Finché, a un certo punto, le forze che tenevano insieme la società cedono. Appaiono allora i movimenti collettivi che rompono con l’ ordine antico ma, contemporaneamente, indicano nuove mete, producono nuove solidarietà, generano fiducia, speranza, creano nuove istituzioni che impongono nuovi limiti e leggi. E la storia recente purtroppo ci dimostra che, quanto più lo sconvolgimento tecnico-economico è stato profondo e la libertà e l’ arbitrio sfrenati, tanto più facilmente come reazione sono nati movimenti fanatici, come il comunismo sovietico, il nazismo, il maoismo e l’ islamismo, con divinità molto più intolleranti e spietate di quelle precedenti. http://www.corriere.it/alberoni
Alberoni Francesco