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Niger: non mitraglie, ma pompe d’acqua

Alla vigilia di Natale, Paolo Gentiloni ha annunciato di voler trasferire in Niger parte del contingente italiano presente in Iraq. Ed ha dato tre motivazioni per questa scelta: consolidare il paese, sconfiggere il traffico di esseri umani, combattere il terrorismo. Tre situazioni che hanno bisogno di essere analizzate in dettaglio per capire se si tratta di vere motivazioni o di retorica.

Stabilità: tutti riconoscono che in Niger, come negli altri paesi del Sahel, c’è un’assenza crescente di stato. O meglio lo stato c’è, ma non al servizio della popolazione, bensì di un’élite. Dal Continua a leggere Niger: non mitraglie, ma pompe d’acqua

Yemen. Rimuovere subito l’embargo

        

In una nota congiunta, Unicef, Programma alimentare mondiale e Organizzazione mondiale della sanità hanno lanciato l’allarme: “migliaia” di persone moriranno se l’embargo non verrà tolto. Il Segretario generale delle Nazioni Unite si dice “affranto dalle scene viste nel Paese”.

       

Tre agenzie dell’Onu hanno chiesto ieri alla coalizione militare a guida saudita di rimuovere l’embargo imposto sullo Yemen perché potrebbe causare la morte di “migliaia di persone”.

In un comunicato congiunto, i responsabili del Programma alimentare mondiale, dell’Unicef (agenzia delle Nazioni Unite per l’Infanzia) e dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno lanciato l’allarme: se non si riaprono i porti attualmente chiusi dalla coalizione, il numero di persone a rischio carestia potrebbe passare dai 7 milioni attuali a 10,2. “Il costo di questo embargo è misurato nel numero di vite che sono state perse. Inviamo un altro appello urgente affinché la coalizione permetta l’ingresso di aiuti nel Paese dove è in corso la peggiore crisi umanitaria al mondo” si legge nel documento firmato da David Beasley, Anthony Lake e Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Senza carburante – scrivono le tre agenzie – la catena del freddo dei vaccini, i sistemi di rifornimento d’acqua e gli impianti di trattamento delle acque reflue smetteranno di funzionare. E senza cibo e acqua potabile, il rischio carestia aumenta ogni giorno che passa”. Secondo l’Unicef, le scorte di carburante nel Paese potrebbero durare per soli altri 20 giorni.

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ONG per davvero

Le ONG sono presenti nel nostro paese da decenni, hanno vinto premi Nobel e godono del supporto attivo di milioni di persone in Italia e nel mondo. Difendono i diritti dei cittadini, proteggono le persone vulnerabili, assistono le vittime di guerre e disastri, lottano contro la povertà e l’esclusione sociale. Sono un patrimonio della nostra società di cui essere fieri. Un paese davvero democratico dovrebbe valorizzare e sostenere queste organizzazioni, che in molti casi si fanno anche carico di attività che dovrebbero essere svolte dagli Stati, sostituendoli laddove non sono in grado (o non vogliono) difendere, proteggere, assistere chi ne ha bisogno.

Nelle democrazie compiute dovrebbe essere Continua a leggere ONG per davvero

Rapporto Annuale 2012 di Amnesty International: la Repubblica Centrafricana

Buongiorno a tutti! Per questo mese ho scelto di proporre il rapporto annuale di Amnesty dedicato ad un paese che negli ultimi due mesi ha vissuto la guerra. Non sto parlando del Mali, dove per i media la guerra è scoppiata solo ora che è entrata in scena la Francia, con l’appoggio di ONU, USA e UE, Italia compresa, mentre nella realtà si sta combattendo dal gennaio 2012 nel disinteresse generale. Il paese di cui voglio parlare è la Repubblica Centrafricana dove in dicembre è scoppiata la guerra tra le truppe dello stato e i ribelli del Seleka. Per Continua a leggere Rapporto Annuale 2012 di Amnesty International: la Repubblica Centrafricana

Burundi, pace a rischio

Un gruppo ribelle ha aperto le ostilità contro il governo, denunciando che dal 2010 centinaia di ex guerriglieri hutu sono stati uccisi dalle forze di sicurezza. Associazioni umanitarie confermano la gravità della situazione. Sullo sfondo il tentativo del presidente Nkurunziza di puntare al terzo mandato.

 

Il Burundi sta rischiando di ripiombare nella guerra civile. «Il paese è Continua a leggere Burundi, pace a rischio