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Yemen. Rimuovere subito l’embargo

        

In una nota congiunta, Unicef, Programma alimentare mondiale e Organizzazione mondiale della sanità hanno lanciato l’allarme: “migliaia” di persone moriranno se l’embargo non verrà tolto. Il Segretario generale delle Nazioni Unite si dice “affranto dalle scene viste nel Paese”.

       

Tre agenzie dell’Onu hanno chiesto ieri alla coalizione militare a guida saudita di rimuovere l’embargo imposto sullo Yemen perché potrebbe causare la morte di “migliaia di persone”.

In un comunicato congiunto, i responsabili del Programma alimentare mondiale, dell’Unicef (agenzia delle Nazioni Unite per l’Infanzia) e dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno lanciato l’allarme: se non si riaprono i porti attualmente chiusi dalla coalizione, il numero di persone a rischio carestia potrebbe passare dai 7 milioni attuali a 10,2. “Il costo di questo embargo è misurato nel numero di vite che sono state perse. Inviamo un altro appello urgente affinché la coalizione permetta l’ingresso di aiuti nel Paese dove è in corso la peggiore crisi umanitaria al mondo” si legge nel documento firmato da David Beasley, Anthony Lake e Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Senza carburante – scrivono le tre agenzie – la catena del freddo dei vaccini, i sistemi di rifornimento d’acqua e gli impianti di trattamento delle acque reflue smetteranno di funzionare. E senza cibo e acqua potabile, il rischio carestia aumenta ogni giorno che passa”. Secondo l’Unicef, le scorte di carburante nel Paese potrebbero durare per soli altri 20 giorni.

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Le nuove Berlino: tutti gli altri muri di cui ancora non avevamo parlato

Il 9 novembre del 1989 festeggiavamo la caduta del muro di Berlino, speranzosi in un mondo che sarebbe dovuto diventare più “vicino”. […] 23 anni dopo, tanti altri muri rendono di fatto il pianeta lo scenario di separazioni sanguinarie, decise a tavolino dai potenti. Il muro è chiusura, isolamento, cecità, buio. Spesso però, tra mattoni e cemento nascono piccoli spiragli. Frontiere vi racconta dieci muri che non intendono cadere. Malgrado le pressioni “ostinate e contrarie” dei popoli.


Muri che proteggono, muri di odio?

 

Possibile che […] non siano ancora stati ideati e rafforzati strumenti e forum di conciliazione e dialogo piuttosto che di separazione? Evidentemente no, se oggi i muri innalzati a rafforzare i confini e a dividere i popoli sono tanto numerosi. Alcuni esempi?

Di […] recente costruzione è la lunga barriera di cemento, fossati e filo spinato che salvaguarderebbe l’Iran dai trafficanti di stupefacenti (specie di eroina) lungo il confine montagnoso con il Pakistan. Una decisione che Teheran ha condiviso con Islamabad, e che ha seguito quella analoga di fortificare tutta la frontiera con l’Afghanistan per arrestare il traffico di oppio verso i mercati europei. Un vero e proprio “effetto domino” per una regione dai rapporti interstatali piuttosto conflittuali: il Pakistan non ha potuto fare a meno di Continua a leggere Le nuove Berlino: tutti gli altri muri di cui ancora non avevamo parlato

Israele prepara i cittadini alla guerra all’Iran

Non occorre conoscere l’ebraico. Un semplice turista può facilmente capire l’argomento che da giorni occupa le prime pagine dei giornali israeliani. Le immagini sono eloquenti, immancabile quella del cacciabombardiere sullo sfondo di una mappa dell’Iran, con indicati tutti i siti nucleari. Il mondo, come ben spiegava Aluf Benn domenica scorsa in un editoriale su Haaretz, tace e non reagisce. «Un silenzio assordante». La comunità internazionale, come tanti amano definirla, si è abituata alla retorica bellica del premier Netanyahu o, peggio, si è rassegnata al fatto che Israele presto o tardi attaccherà le centrali atomiche iraniane facendo precipitare il Medio Oriente nel baratro di un nuovo conflitto. Come se non bastasse già la devastante guerra civile siriana.

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Bambini come topi di laboratorio

All’ospedale di Fallujah non sono in grado di fornire statistiche sui bambini nati con malformazioni; semplicemente ce ne sono troppi. I genitori non vogliono parlarne. “Le famiglie seppelliscono i propri neonati dopo la loro morte senza dirlo a nessuno,” afferma il portavoce dell’ospedale, Nadim al-Hadidi. “Se ne vergognano troppo.”

“Abbiamo registrato 672 casi a gennaio, ma sappiamo che ce ne sono molti di più”, dice Hadidi. Proietta immagini su una parete del suo ufficio: bambini nati senza cervello, senza occhi o con gli intestini fuori dal corpo.

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